Adattamento al cambiamento climatico

L’Accordo RAMOGE ha voluto realizzare uno studio sulla valutazione dei rischi costieri legati ai cambiamenti climatici per valutarne gli impatti sugli ecosistemi costieri e marini della zona RAMOGE entro il 2100. Questi elementi permetteranno ai responsabili delle decisioni di anticipare per compensare la perdita di valore di questi ecosistemi.

Questo studio sta sviluppando un “Indice RAMOGE” basato su un metodo che integra la valutazione della vulnerabilità e i rischi associati alla perdita degli ecosistemi a causa dei pericoli costieri. Il rischio è definito in funzione del forzante, della vulnerabilità e dell’esposizione.

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Risk as a function of hazards, vulnerability and exposure.

Forzante

Il potenziale verificarsi di un evento o di una tendenza fisica o di origine antropica, o di un impatto fisico che può comportare perdite di vite umane, ferite o altre conseguenze par la salute, così come dannia beni, infrastrutture, mezzi di sostentamento, servizi e risorse ambientali.

Fonte: IPCC, 2014b

Vulnerabilità

La propensione o predisposizione a subire impatti avversi.

La vulnerabilità comprende una serie di concetti, tra cui la sensibilità o suscettibilità alle minacce e la mancanza di capacità di farvi fronte e di adattarsi. Il grado di vulnerabilità dipende dalla sensibilità alle situazioni critiche e dalla relativa capacità di adattamento (resilienza).

Esposizione

la presenza di persone, mezzi di sostentamento, specie o ecosistemi, servizi risorse ambientali, infrastutture o risorse economiche, sociali o cultuali in luoghi che potrebbero essere soggetti a impatti avversi.

Fonte: IPCC, 2014b

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I principali fattori di pressione
del forzante climatico sono i seguenti:
  • Aumento del livello del mare
  • Altezza significativa delle onde
  • Precipitazioni / Siccità
  • Cambiamento di temperatura della superficie del mare
  • Aumento della salinità
  • Acidificazione del mare
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I fattori analizzati per definire il livello di vulnerabilità
della zona sono i seguenti:
  • Batimetria ed elevazione
  • Pendii costieri
  • Aree protette (parchi, riserve, AMP, ecc.)
  • Geomorfologia del litorale
  • Rugosità (coefficiente di Manning)
  • Modificazione storica del litorale
  • Distanza dalla costa

Sulla base del rischio costiero assegnato a ciascun ecosistema, lo studio calcola il costo associato alla perdita di questi ecosistemi. Tre aree pilota, Antibes, Monaco e Portofino, sono state analizzate in modo più dettagliato, sulla base dei dati raccolti localmente. Per ciascuna di queste aree è stata stimata la perdita economica tra il 2018 e il 2100. In conclusione, si può osservare che gli ecosistemi più esposti al rischio climatico sono le spiagge, le zone umide e le praterie di Posidonia. Quasi il 41% delle spiagge della regione RAMOGE presenta un rischio elevato, di cui il 13,9% è ad altissimo rischio

Anche il rischio a cui sono esposte le zone umide costiere è notevole, superiore al 15%. La posidonia è l’ecosistema marino a più alto rischio con il 15% ad alto rischio e il 4% ad altissimo rischio (ad es. Golfo di St. Tropez).

Le foreste costiere per la parte terrestre e coralligene per la parte marina sono gli ecosistemi meno esposti al rischio climatico legato al forzante marino. Sulle foreste, si dovrebbe effettuare un’analisi del forzante terrestre (aumento della temperatura e siccità) per identificare le aree particolarmente vulnerabili agli incendi. Va tenuto conto del fatto che nei prossimi decenni il rischio di incendi boschivi nella regione mediterranea potrebbe aumentare a causa delle condizioni climatiche più aride.

Il coralligeno, per le sue caratteristiche, è molto vulnerabile alle attività umane. Contiene molti organismi sessili, a vita lunga e a crescita lenta con scheletri fragili. Le comunità coralligene, quindi, sono estremamente inclini a meccanismi di disturbo indotti dalla pesca a strascico, dalle reti da pesca, dall’ancoraggio e dalle pratiche di immersione incontrollate. Inoltre, l’aumento dell’acidificazione dovuta al cambiamento climatico causerà un ulteriore stress per le comunità corallifere.